Guardo le mie scarpe, sporche, ammaccate ed un poco puzzolenti, quanti km passati insieme in quei tratti di sentiero in cui sono cadute milioni di gocce di sudore.
Le guardo, le osservo e rivivo nella mente tutte quegli orizzonti che insieme abbiamo inseguito, tutto quel aggrovigliarsi di pensieri che lungo la strada han cullano la nostra danza tra terra, sassi, fango ed erba.
Un passo dietro l’altro, e mai nessuno uguale all’altro
a volte mi chiedo quante persone siano passate nello stesso tratto, e mi soffermo ad immaginare tutti questi volti che come me son affamati di emozioni vere e forti, sensazioni che ti guidano nella notte meglio di qualsiasi faro, sensazioni che ti fan alzare la mattina presto, sensazioni che ti tolgon il respiro ed il sonno nelle notti più fonde.
Non riesco mai a descriverlo a parole, sono solo un pugno di visioni nella mia mente, di orizzonti, panorami, nebbie, vette, salite, discese, terra, sabbia, fango e fuoco.
Fuco che arde e ti spinge anche quando la fatica ti sembra insopportabile, le gambe che urlano dal dolore e la meta irraggiungibile.
Un passo dietro l’altro in continuo mutamento
con i riflessi di quel che si è lasciato che riecheggiano
lungo la strada e la via di casa che sembra più vicina.