Da bambino ho pedalato tanto, un pò goffo e un pò tondo, ma man mano che macinavo chilometri il mio fisico si scolpì alla fatica, al vento in faccia, al sudore sulla pelle e alla voglia di esplorare panorami e posti ignoti. L'agonismo era la fiamma all'interno di un motore che ancora non comprendeva il vero sentimento di quel tanto dimenarsi. I sentimenti sportivi con i primi amori divennero confusi e la fiamma smise di brillare inseguendo quella voglia di giovinezza e spensieratezza che lo sport agonistico in una certa fascia di età limita e impone: rigore e disciplina! La musica esplose dentro di me, lo sport fù solo un lontano ricordo, finchè non incotrai l'arrampicata e la sua spensieratezza, l'aggrapparsi sulle rocce e la sua leggera danza, tu e i tuoi limiti, senza segreti, senza tattiche, senza classifiche. La fiamma riprese a bruciare, e le montagne dal essere scavalcate sulle lunghe lingue d'asfalto con le due ruote ,divennero mirabolanti territori da esplorare in lungo in largo. Tantissimi sentieri, posti ignoti, storie antiche e quel fascino senza tempo di essere lì disperso tra te stesso e quel mondo verticale che è lì da sempre, con le sue regole non scritte, con i suoi tempi e con le sue infinite sfaccettature.
Il trail esplose, la fiamma del agonismo riprese a bruciare e mi lanciai a capofitto in kilometri e dislivelli, progettando escursioni, tracciati, collegamenti, cercando di sfamare quella mia voglia di esplorazione, fatica e forzare il mio fisico al limite. Non dormire, correre, sudare, salire, scendere, albe, tramonti, fango, pioggia e infinite emozioni rincorrendo il me stesso che non sapeva ancora realmente cosa stesse inseguendo. Ed ora a distanza di anni, sono ancora qui a salire su queste vecchie Alpi, come un bambino, un bambino-adulto che capisce che [...]
to be continued.... maybe !
