Sono solo un Montanaro, un montanaro che ama la sua terra.
C’è chi ne fa un amore a prima vista, chi la ripudia e chi come il figliol prodigo dopo anni di assenza ritorna tra le sue sicure braccia. Sono solo un montanaro, ed ho bisogno della “mia terra”, non mi basta osservarla dal terrazzo, accarezzarla nel giardino, ho bisogno di sentire la sua essenza più pura e selvaggia sotto i miei piedi, tra le mani, sentire l’aria fresca che avvolge la mia pelle, il silenzio che mi guida tra gli alberi e il profumo che culla i miei pensieri.
Siamo dei montanari e non possiamo mutare le nostre origini, la nostra essenza, il nostro vissuto, le nostre radici. Siamo un popolo un poco taciturno, lavoratore, ma non egoista, facciamo del lavoro silenzioso la nostra arma più efficace, siamo un popolo che, volente o nolente, è visceralmente attaccato al territorio e ci affidiamo a lui per il sostentamento fisico, morale e spirituale.
Sono solo un montanaro, e vorrei essere trattato come tale, vorrei che il territorio sia riconosciuto come la prima risorsa per il nostro benessere e non solo come un luogo in cui risiedere e vivere.
Vorrei che Valtellina e la Valchiavenna fossero viste come il bene comune principale, che non ci appartengano di diritto ma che noi appartiamo a lei perché suoi figli. Sono solo un montanaro e vorrei che da questa situazione si cambiasse direzione, che il mondo venisse capovolto e che per una volta l’uomo fosse ad adeguarsi alla natura e non viceversa.
Sono solo un montanaro, un pò sognatore, un pò illuso, un pò ribelle, e un pò …
sono solo un montanaro.