Una Storia d' Amore
Ognuno di noi ha un posto in cui qualsiasi cosa succede si sente bene.
C’è chi ritrova la pace tra le mura di casa, chi al mare
chi tra le braccia del proprio amato e chi come
me lo trova sulla Colmen di Dazio.
La Colmen è la “Montagnetta” dietro casa, quella che da bambino vedevo dalla finestra e quella sulle quali ho fatto i miei primi viaggi esplorativi. Ai tempi andavo in montagna con il “Maestro” e fu lui il primo ad invitarmi ad uscire dai soliti sentieri per esplorare nuove vie non tracciate. Ai tempi non c’era ancora la Casermetta in cima alla Culmine ma solo un rudere abbandonato. Ai tempi il fiume Tartano era ancora visibile invece ora si trova solo sabbia e solitudine Ai tempi era raro incontrare persone e i sentieri erano andati in disuso e poco frequentati. Sembra secoli fà ma in realtà non è molto. L’abbiamo girovagata in lungo ed in largo a volte “ravanando” come dei matti maledicendo tutto e tutti, ma ci ha sempre regalato nuovi e suggestivi punti di vista.
Quando leggevo i libri di Bonatti o di altri grandi alpinisti, nel mio piccolo ho cercato di riprodurre certe sensazioni su questa montagnetta, cercando di salire punti che nel mio immaginario fossero inviolabili come le grandi pareti alpine e riproducendo in miniatura questa dimensione Alpinistica. Era un gioco, quasi di ruolo, ma che mi ha portato a capire la vera essenza dello star solo in montagna, con te stesso, con i propri pensieri, paure, incertezze ma con la voglia di esplorare ed andare avanti. Non è molto alta e a cospetto delle altre cime sembra un piccolo panettone messo lì per caso, ma a me nonostante tutto mi ha sempre donato grandi emozioni. La Colmen è un piccolo parco giochi naturale che offre diverse tipologie di sentieri, da tratti tecnici e attrezzati a tratti semplici ma molto suggestivi.
Il Culmine di Dazio (con termine dialettale, Cólmen o Cùlmen, m. 913), con il suo inconfondibile profilo arrotondato, si pone come spartiacque fra la media e la bassa Valtellina, fra la piana di Ardenno, ad est, ed il conoide di Talamona, ad ovest. Qui l’andamento rettilineo della Valtellina, da Tirano ad Ardenno, subisce una brusca interruzione e descrive una doppia curva, proprio perché il fondovalle, nel suo corso sull’asse est-ovest, si trova la strada sbarrata da questa formazione montuosa.
Di essa scrive il Guler von Weineck, già governatore per le Tre Leghe Grigie della Valtellina nel 1587-88, nell’opera “Raetia”, pubblicata nel 1616: “All’estremo di questa pianura (di Dazio), verso mezzodì, sorge un piccolo monte, detto Colma di Dazio: è dirupato, sterile e roccioso, ma sulla cima ha una piccola pianura; ivi si notano le rovine di un antico castello e parimenti cisterne, cunicoli sotterranei e miniere di ferro abbandonate.”Purtroppo non rimangono tracce né del castello, né dei misteriosi cunicoli. Resta invece il segno ben visibile, da sud, della miniera d’oro sfruttata fino alla fine del Settecento (miniéra d’òor); di oro si parla ancora in un documento ottocentesco (1804), nel quale si menzionano tracce del prezioso metallo rinvenute nei pressi di Porcido, sempre sul versante sud della Culmen. [via paesidivaltellina.it]